
L’attacco sfrutterebbe una vulnerabilità dello standard HbbTV adottato da numerose smart Tv che consentirebbe a un malintenzionato di inviare ai televisori o ai decoder un comando per l’apertura automatica di una pagina web contenente codice malevolo, così da infettare la memoria dell’apparecchio e prenderne il controllo.
Nella sua dimostrazione, Scheel ha impiegato due processi (chiamati in gergo informatico exploit) che permettono di avviare l’esecuzione di codice, ottenere privilegi di root e prendere il completo controllo del Tv o del decoder, utilizzando per esempio microfoni e videocamere integrate per spiare gli utenti. Il primo exploit sfrutta la vulnerabilità del linguaggio Flash mentre il secondo sfrutta un bug ormai presente in tutti i browser integrati nelle smart Tv e che consente di avere accesso al firmware del dispositivo anche se il plugin Flash non è attivo di default. Secondo Scheel, i due processi permetterebbero di hackerare il 90% delle smart Tv di nuova generazione. Dal momento che l’attacco è possibile solo attraverso la rete DVB-T, un malintenzionato potrebbe facilmente infettare centinaia o migliaia di smart Tv utilizzando un trasmettitore con una potenza sufficiente a coprire le trasmissioni “ufficiali” dei broadcaster, meglio se di tipo mobile (per esempio a bordo di un drone) così da avvicinarsi il più possibile alle antenne terrestri posizionate sui tetti.
Fonte: eurosat.